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PAROLA D'ORDINE: COLLABORAZIONE

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Jochen Gerz (Berlino, 1940; vive in Irlanda) sperimenta le possibili interazioni dell’arte, e delle sue pratiche relazionali, con l’evoluzione delle strutture sociali che si trasformano all’ombra di una pianificazione predisposta, incautamente, su una visione ottimista del mondo postindustriale.
Il laboratorio prescelto sono le città della regione Ruhr, quest’anno Capitale europea della cultura, con la loro atmosfera quasi post-sovietica di utopia andata a male, con la crisi legata alla flessione negativa dell’industria siderurgica e mineraria, con un tessuto sociale caratterizzato da una forte immigrazione dall’est Europa e dalla Turchia. Assieme alle amministrazioni delle tre città coinvolte - Dortmund, Duisburg e Mülheim an der Ruhr - sono state individuate altrettante zone urbane in cui fossero presenti contestualmente due circostanze: la disponibilità di un cospicuo numero di appartamenti rinnovati e vacanti, e una generale condizione di trasformazione sociale e strutturale.
Qui Gerz ha avviato il suo progetto nelle forme di un’anomala spedizione coloniale: nelle tre strade prescelte sono stati messi a disposizione 78 appartamenti per un soggiorno gratuito di un anno a inquilini provenienti da qualsiasi parte della Germania e dal resto del mondo. I nuovi occupanti (selezionati tra oltre 1.000 candidati), artisti, studenti, creativi a vario titolo, qualche ex impiegato e avventurieri in cerca di un’ultima chance, si sono installati nei propri flat a partire dalla fine del 2009, creando altrettanti terminali di uno scambio con gli altri inquilini.

Tutti assieme (nuovi e vecchi abitanti, visitatori e ospiti) hanno accesso a una piattaforma web sulla quale, per tutto il 2010, hanno potuto scrivere, ognuno nella propria lingua, note, impressioni, cronache: contributi rigorosamente anonimi, lasciati sullo schermo e non revisionabili dagli autori, che confluiranno in unico libro. Il testo per ora è visibile solo su un display nel Museo Folkwang di Essen, dove scorre a una velocità non modificabile dai visitatori, e sarà pubblicato nel 2011 in un libro edito da Dumont, dove per la prima volta verrà letto dai suoi autori e dal pubblico, una composizione corale come poche sperimentazioni letterarie avrebbero potuto auspicare.
Il lavoro collettivo dei "78” trova però il vero obiettivo nella relazione creata con gli inquilini preesistenti, e nei cambiamenti innescati, visibili principalmente nei loro effetti di ricaduta sul lungo termine: la "trasformazione delle strade senza cambiamenti visibili”. All’interno delle tre strade (e qui bisogna segnalare che quella di Mülheim è in realtà una strada verticale, un mastodontico grattacielo con oltre 1.000 inquilini) è in corso una costellazione di progetti paralleli promossi dai partecipanti con il coinvolgimento degli abitanti: nel block di Duisburg, in un quartiere che conta un’altissima concentrazione di immigrati, André (44 anni) e Katja (danzatrice di origini kazake, 25 anni) hanno contribuito alla realizzazione di cineforum estivi e orti stagionali nel cortile condominiale, recependo bisogni e ispirazioni realmente interculturali; nel grattacielo di Mülheim, Christian (41 anni) sta completando un dossier fotografico che ritrae gli appartamenti di una stessa colonna, con il medesimo punto di ripresa, innestando l’omogeneità dell’edilizia con la variabile della personalità di chi la abita; al piano di sotto, Sascha, un "vecchio abitante”, elettricista nell’industria mineraria, coordina i condomini nella cura di un giardino aromatico di piante in vaso sul pianerottolo davanti agli ascensori, un prototipo che è stato replicato anche ad altri piani; a Dortmund, Maike (studentessa di psicologia, 27 anni) e Ralph (regista teatrale, 41 anni) hanno messo su una compagnia teatrale di quartiere.
Tutto questo mentre venivano organizzati eventi più ampi, come il concerto di musica classica di Duisburg, con i musicisti alle finestre che danno sulla strada e il pubblico sui marciapiedi, e la Visitors’ school, i tour guidati alle strade, in cui i visitatori assistono alla vita quotidiana dei creativi, vecchi e nuovi abitanti, e possono contribuire alla redazione del libro. Le visite alle strade aprono il dibattito sull’atto insipiente del "visitare mostre” e sollecitano atteggiamenti diversi in entrambe le controparti, dei visitatori e dei "visitati”.
Ma Jochen Gerz lascia aperti altri interrogativi sulle pratiche dell’arte, intendendo che le risposte vanno cercate nella sovrapposizione dei ruoli (spettatori / autori, organizzatori / fruitori) e nella creazione di modelli progettuali che pongano l’arte stessa al centro dei processi sociali.

pietro gaglianò

Jochen Gerz - 2-3 Strade. Una mostra nelle città della Regione Ruhr
Info: tel. +49 20152313263;
[email protected]; www.2-3strassen.eu

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