Il cuore degli emigranti svelerà i geni dell'infarto
Mario e Antonio Rossi sono fratelli, nati a Casacalenda nel Sannio: il primo è emigrato in Canada da oltre trent'anni, Antonio è rimasto nel paese natìo. Ma mentre Mario due anni fa venne colpito da infarto, Antonio non ha mai avuto problemi cardiaci. Perché si è ammalato solo uno? Se lo sono chiesto i ricercatori che, guidati da Donatella Tramontano, ordinario di Biologia applicata della Federico II di Napoli e da Pavel Hamet, direttore scientifico dell'università di Montreal, stanno per iniziare uno studio sui geni e sull'impatto ambientale in collaborazione con l'università del Sannio (Benevento).
Dovranno verificare se i due fratelli dell'esempio hanno geni diversi e quindi non rispondono alle malattie nello stesso modo, oppure se hanno geni simili che, però, reagiscono in maniera differente a causa dell'ambiente in cui vivono. Un'influenza che avrebbe determinato anche lo sviluppo di qualche patologia. Lo studio, Gens (Gene enviroment interaction study), è stato presentato dai due scienziati che, nel giro di sette anni, dovrebbero portarlo a termine. Saranno monitorate 150 famiglie (800- 1000 soggetti) emigrate in Quebec dalla fine della II guerra mondiale al 1965. Il programma prevede visita clinica e screening cardiovascolare, esami ematologici, analisi biochimica generale e, infine, l'estrazione del Dna per esaminare il genoma completo.
"Ceppi di una stessa famiglia condividono gli stessi geni e, in genere, vivono nello stesso ambiente", spiega la Tramontano, "Al contrario gli emigranti, sono esposti ad ambienti diversi, ma hanno anche geni diversi". La ricerca si propone di individuare geni specifici di malattie cardiovascolari e, contemporaneamente, sensibili all'impatto ambientale. Che significa una serie di confronti: tra stress metropolitano e condizione rurale, alimentazione nordamericana e dieta mediterranea, fino alle differenze socioeconomiche.
L'obbiettivo finale? "Se riusciremo a individuare i geni", risponde la docente, "si potrebbe intervenire sull'ambiente e, indirettamente, incidere sull'insorgenza di malattie cardiovascolari". (giuseppe del bello)